A Nello (mio cugino) una delle sue poesie
a me più care.
Dopo il diploma
trovai impiego a Milano:
la folla, le tecniche ardite, i discorsi d'avanguardia
mi sembrava di vivere il futuro,
tornavo a casa con la corriera dei pendolari
l'ultimo tratto era a piedi
abitavo in cascina,
in ufficio nessuno sapeva
mi vergognavo dell'odore di stalla
di gente che non parlava l'italiano
abituata con gli animali,
di case vecchie senza comfort
affumicate dalla stufa a legna.
La nonna nelle sere fosche
accendeva un lume per il ritorno.
I colleghi mi avrebbero deriso per queste anticaglie.
UNA LAMPADA
Il tempo ha corroso certezze comperate a usura,
ora vivo il rimpianto del rinnegato,
la mia gente non c'è più
e non avrei animo a chiedere perdono.
Mi circondano strade lastricate,
con i neon che accecano,
ma dentro ho angoli bui
e alla mia sera
non c'è più una lampada
che mi attende accesa.
(Poesia seconda classificata al Concorso poesie "Ada Negri" - Lodi 1994"