In poco più di due ore, il film rievoca la vicenda di Aung San Suu Kyi,
premio Nobel per la pace 1991 e "orchidea d'acciaio.
La figura di questa donna, paladina dei diritti democratici che per
la libertà del suo paese e popolo ha per oltre vent'anni sacrificato la propria libertà; personale e gli affetti familiari; ufficialmente rilasciata nel 2010;è in realtà sottoposta a notevoli restrizioni e non ha ancora visto il film e non è detto che possa farlo in tempi brevi.
Sposata con un professore universitario inglese, vive in Inghilterra ma quando nel 1988 il suo popolo insorge contro la giunta militare, lascia la sua famiglia e torna nel paese natale e inizia il suo lungo scontro diretto contro il potere assoluto dei generali;perseguitata dall'esercito birmano iri quanto capo dell'opposizione e vincitrice delle elezioni per la carica di premier, tenuta per anni lontana dalla famiglia e ripetutamente condannata agli arresti domiciliari malgrado l'indignazione di tutto il mondo.
Il film è girato di nascosto in Thailandia, mescola abilmente alto, il messaggio politico e, basso il melodramma della separazione dal marito, uno splendido(David Thewlis) .
Inquadrature bellissime, da kolossal (il primo discorso della leader, davanti a migliaia di comparse commosse) e, quadri trattenuti (la scena in cui San Suu Kyi suona il piano in sincrono con l'orchestra che trasmette da Oslo alla cerimonia per la consegna del Nobel che lei - sempre detenuta ai domiciliari -
può solo ascoltare di nascosto con una radio di fortuna -
Un film forte, importante, toccante che Besson ha realizzato per aiutare la ledear birmana
;(interpretata da Michelle Yeoh, eccezionalmente brava e somigliante.)
Applausi e qualche lacrimuccia mi sono scappati al termine di questo film.
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